SE SAI DI DOVER CAMBIARE IL TUO ERP NEL PROSSIMO FUTURO, PERCHE' NON ORA?
Spesso, coloro che si occupano della realizzazione di sistemi informativi aziendali attraverso l’implementazione di soluzioni ERP si trovano di fronte aziende che sostengono che il progetto di reinformatizzazione aziendale sia ormai prossimo e che si attendono di doverlo allestire nel giro di pochi mesi, quando non siano 1 o 2 anni.
Ma l’esperienza dice loro che l’interlocutore sta menando il can per l’aia.
La sostituzione dell’ERP è spesso ritardata il più possibile, senza che ci sia una chiara coscienza che questo tergiversare può causare danni aggiuntivi all’attività aziendale e senza che la scelta di procrastinarlo sia oggettivata.
La domanda dovrebbe essere semplice e diretta: “Se il tuo attuale ERP non sta facendo il suo lavoro ora, è pensabile che sia in grado di farlo nel futuro?”
Anche quando non si tratti di “deficit” funzionali o tecnologici che determinino l’impossibilità di avviare specifiche procedure, il supporto parziale causa senz’altro delle diseconomie che si traducono in perdita di denaro o per l’impossibilità di aumentare l’efficienza delle procedure o per la necessità di certificare/garantire i dati al proprio interno con operazioni ridondanti
Se così, un nuovo ERP può ripagarsi prima di quanto non si creda.
Qualcuno arriva a confrontare la sostituzione di ERP con la chirurgia del cervello, avvertendo le aziende di non aspettare che il paziente muoia prima di intraprendere azioni: la sostituzione dell’ERP è spesso ritardata sottostimando i danni o i mancati benefici che un nuovo sistema informativo aziendale può generare.
Il management e/o la proprietà pensano: “Non siamo poi ridotti così¬ male!”, o “Siamo troppo impegnati in questo periodo e non potremmo dedicare al progetto il tempo e le risorse necessarie!”, oppure “Non possiamo permettercelo!”
Si sta procrastinando l’inevitabile.
A volte -quante non è facile dirlo-, si tentenna e si attende di essere veramente in difficoltà , sperando in un miracolo catartico, perché si pensa, senza esplicitarlo, di non essere in grado di gestire correttamente un progetto di questo tipo.
Se il tuo attuale ERP non sta facendo il lavoro che ti è necessario ora, non è probabile che lo possa fare in futuro! Ti puoi permettere di aspettare?
Concordo con quanto scrivete in diversi di questi “approfondimenti”.
Per questa ragione, rilancio il ragionamento.
Big Data, Business Analytics, CRM e User Experience, interconnessione tra i sistemi gestionali e la tecnologia di controllo della produzione, VR realtà virtuale, AR realtà aumentata, interfaccia intelligenti uomo/macchina, cyber security, e via elencando: appartengono ormai ad un sistema complesso che rappresenta la nuova dimensione dell’IT d’impresa.
E’ pensabile che in questo scenario, dove si modifica profondamente il ruolo dell’IT in azienda e, di conseguenza, l’azienda necessita di gestire un upgrade delle risorse attraverso processi che sono, forse contestualmente, sia interni che esterni, non sia chiamato a modificare il proprio ruolo anche il fornitore delle componenti classiche del sistema informativo?
Ragioniamo di questo!
Ragioniamo, dunque!
Siamo convinti, senz’altro, che il ruolo del fornitore di software gestionale di dorsale, il classico sistema gestionale integrato, o ERP qual dir si voglia, debba cambiare, molto ed in tempi rapidi.
Crediamo, inoltre, che la direzione del cambiamento sia nota. Soprattutto quando si ragioni avendo chiaro in testa quale sia il segmento di mercato di riferimento.
Nel nostro caso -il “mondo” di Target Cross-, si tratta di riferirsi alle PMI.
Il ruolo, in questo caso, deve modificare arricchendosi della supplenza nell’azione di coordinamento delle attività di upgrade tecnologico e funzionale; apparentemente un ritorno al passato, ma con aspetti tecnologici che vadano ben oltre l’infrastruttura abilitanti il sistema gestionale tradizionalmente inteso.
Quale pensiamo debba essere il contenuto del “nuovo ruolo” sarà più chiaro nel prosieguo del ragionamento.
Un nuovo ruolo, quindi! Per più ragioni.
1) Perché la digitalizzazione spinta dell’impresa, dei suoi processi, anche in un’ottica di extended enterprise, è, nella coscienza collettiva, sempre più acquisito come un elemento fondamentale per le fortune d’impresa.
2) Perché nessuno, nemmeno un grande vendor, è in grado di potersi mettere in capo, direttamente, tutte le competenze necessarie a fornire soluzioni così complesse, e in un contesto di crescita dei tassi di obsolescenza tecnologica e, ancor più, di processo, da implicare alti rischi di diseconomie “di sistema”, quando la soluzione implementata non sia “adeguata” alle esigenze e alle possibilità di presidio del cliente.
3) Perché l’utenza finale, trattandosi di PMI, deve compiere un grosso investimento in termini di fiducia, in considerazione del fatto che, a sua volta, ha pochissime probabilità di avere, al proprio interno, skill in grado di supervisionare progetti complessi come quelli che possiamo presumere, anche alla luce delle recenti esperienze nell’ambito di upgrade Industry 4.0, possano essere messi in campo, nel breve o medio periodo, anche da parte significativa delle PMI.
4) Perché la mole crescente di dati messi in circolo dalla digitalizzazione spinta dell’extended enterprise ha un repository naturale: quello dell’ERP, laddove è più razionale avvengano le elaborazioni d’intelligence su questi dati!
Il problema vero sorge nel momento in cui ci si chiede come le aziende fornitrici di software gestionale (di tipo ERP) possano coniugare capacità d’analisi complesse, che vadano oltre l’impiego delle proprie tecnologie e delle proprie “informazioni” con l’azione catalizzatrice l’attività di fornitori plurimi e con un know-how solo parzialmente ricoprentesi.
Su questo aspetto sarebbe interessante avere altri contributi…